“C’era una volta, tanto tempo fa, in un paesino lontano…”

No, un secondo.

Se credi di essere sul punto di leggere di una fantastica storia d’amore, capiti nel posto sbagliato.

Oggi siamo qui per raccontarti di come due insospettabili individui e colleghi si siano perdutamente innamorati, coronando così quello che ci piace definire il nutrimonio.

Ma facciamo un passo indietro: correva l’anno 2015.

All’anagrafe, Angelo e Miriam, rispettivamente classe ’90 e classe ’93.

Reduci da un lungo peregrinare per le vie della biologia ma ancora ignari l’uno dell’altra, ci accingiamo ad intraprendere il corso di Laurea Magistrale in Scienze della Nutrizione Umana all’Università “Federico II’ di Napoli.

Così, tra una lezione di chimica degli alimenti e l’altra, facciamo le rispettive conoscenze e, dopo un primo anno trascorso da apparenti buoni amici/compagni di studio, realizziamo di essere forse qualcosa in più, anzi, di essere proprio innamorati!

Ed allora eccoci pronti a sbandierarlo al mondo lì fuori, che però ci deride perché aveva già capito tutto. Tutti avevano già intravisto quella potente scintilla. Tutti, ECCETTO NOI.

Come si dice? Lo studio rovina le persone? Beh, ripensando alle ore trascorse ad imparare cose bellissime che diventeranno il lavoro che hai sempre sognato e per giunta ad innamorarti della persona della tua vita… Ah, che brutta faccenda questo studio è stato per noi!

Platone descriveva l’amore come un’incessante ricerca della metà della mela persa agli albori della vita.

Ma mettiamola così: noi siamo capitati, non ci siamo mai cercati. Altro che ricerca della metà della mela. È stata pura fortuna, caro il nostro Platone. In quel momento delle nostre vite c’era spazio al massimo per le mele annurche campane I.G.P.!

Eppure, era chiaro che fossimo destinati l’uno per l’altro: entrambi innamorati dei casi nutrizionali e… dei casi umani. Non fa una piega!

Parzialmente risvegliati dal sonno mistico di una storia d’amore decisamente sui generis, concludiamo i rispettivi percorsi di laurea magistrale cum lode et amor.

Cosa volere di più dalla vita?